Nel 2022 tutte le asset class di investimento, a parte le commodities per la prima parte dell’anno, hanno perso valore, e Bitcoin non ha fatto eccezione.
Molti si sono sbracciati per far notare che Bitcoin non fosse un asset deflazionario, in grado di proteggere dall’inflazione, perché quando la inflazione è cresciuta, la sua quotazione è calata. Altri analisti hanno sostenuto che fosse correlato 1:1 al Nasdaq, e quindi da considerare alla stregua di un titolo tecnologico; molti detrattori hanno puntualizzato che non potesse essere considerato una riserva di valore, perché il suo prezzo ha perso oltre il 70% (per ben quattro volte dalla sua nascita aggiungo io).
Tutto vero?
Dipende dai punti di vista.
Il premio Nobel Albert Einstein, ha dimostrato che nel nostro universo tutto è relativo e dipende dal punto di vista dell’osservatore, e gli sviluppi della meccanica quantistica ci insegnano che l’osservatore è parte dell’esperimento ed influenza i risultati delle osservazioni.
Se osserviamo l’andamento del Bitcoin solo del 2022, ovviamente non possiamo sostenere che abbia protetto gli investitori contro l’inflazione, ma se consideriamo che il cosiddetto Crypto Winter, cioè il periodo di raffreddamento dell’interesse del bitcoin e dei digital asset in generale, era ampiamente previsto per il 2022 (come lo sarà peraltro per il 2026), forse bisognerebbe ampliare il periodo di osservazione. Se si amplia l’orizzonte temporale oltre i quattro anni, ovvero la durata di un ciclo del bitcoin, si nota che il rendimento è sempre stato positivo, e anche ampliamente sopra al tasso di inflazione.
Soffermiamoci ora a valutare se è vera l’affermazione che il Bitcoin è un asset correlato con il Nasdaq e più in generale con i mercati finanziari.
Anche in questo caso, se si vuole avere un periodo di osservazione che sia statisticamente rilevante, non ci si può fermare all’analisi di un anno, ma bisogna ampliare lo spettro di analisi.
Le correlazioni si possono calcolare in due modi, o si analizza tutto il periodo di riferimento a disposizione, per esempio 10 anni, oppure si calcola la correlazione rolling a 3-6 o anche più mesi.
Analizzare la correlazione rolling, per esempio a 6 mesi, significa prendere i rendimenti di due asset differenti, dal periodo T0 al periodo T183, e calcolarne la correlazione, per quel periodo. Successivamente si calcola la correlazione per il periodo T1 - T184, poi T2 – T185 e così via per tutto il periodo osservato.
Il risultato è una serie storica nel tempo che oscilla tra -1 e +1 come per il grafico qui sotto dove è stata stimata la correlazione rolling a 3 e 6 mesi di Bitcoin contro Oro.
Fig. 1 Correlazione rolling del Bitcoin e dell'Oro
Come si può facilmente evincere dal grafico, la correlazione è tutt’altro che costante e praticamente mai sopra lo 0,5.
Dalla lettura di questo grafico potete sostenere che esista una correlazione tra Oro e Bitcoin?
Chi mi conosce sa che sono sempre stato critico sull’utilizzo della correlazione per l’ottimizzazione di portafogli di investimento.
Il motivo è facilmente comprensibile da questo grafico: ha senso utilizzare un indicatore che varia con una volatilità superiore agli asset analizzati per prendere decisioni di investimento?
Per comprendere le dinamiche in linea di massima, come stiamo facendo in questo articolo, può essere un indicatore prezioso, ma per ottimizzare portafogli vi raccomanderei di evitare di utilizzarlo, perché realmente può portare a “prendere dei granchi” molto pericolosi.
Ovviamente la correlazione cambia e molto in base alla frequenza del periodo di osservazione, ovvero se prendo i dati giornalieri o settimanali ovviamente la correlazione è diversa e se osservo il valore a 3 mesi o 6 mesi l’andamento sarà diverso.
Queste considerazioni sono molto tecniche, ma sono rivolte ai consulenti finanziari, più che ai loro clienti, perché troppo spesso vedo ancora professionisti che ottimizzano portafogli di investimento basandosi sui rendimenti passati, sulla volatilità (e fin qui passi) e sulle correlazioni passate.
Fig. 2 differenti frequenze di calcolo delle correlazioni rolling
Come si comprende facilmente da questo grafico, la selezione soggettiva dei parametri con cui si estraggono i dati, cambia completamente l’output finale e questa è un’atra ragione per cui è preferibile non usare i dati sulle correlazioni per modelli di ottimizzazione di portafoglio.
Ma torniamo invece all’analisi su lungo periodo della correlazione tra il Bitcoin e le altre principali asset class.
Fig. 3 Matrice delle Correlazioni su base giornaliera
Mentre si nota una fortissima correlazione tra l’indice americano S&P500 index con il Nasdaq e il MSCI World, è evidente che nel lungo termine la correlazione del Bitcoin rispetto a questi mercati finanziari sia circa 0,2, quindi molto bassa.
Ciò significa, semplificando il concetto, che se inserisco un asset con volatilità 20% in un portafoglio con volatilità complessiva del 10%, e questo asset non è perfettamente correlato con il resto del portafoglio (correlazione inferiore a 1), la crescita della volatilità complessiva sarà inferiore rispetto a quella che risulterebbe dalla media ponderata delle volatilità degli asset in portafoglio.
Queste informazioni sono utili per comprendere il peso da inserire di una asset class come i Digital Assets che hanno una volatilità 4-5 volte superiore al mercato azionario.
Per finire e per curiosità personale e spero di chi legge, abbiamo calcolato la volatilità rolling di Bitcoin contro gli stessi indici della tabella sopra.
Fig. 4 - Correlazione Rolling tra Bitcoin e S&P500
Fig. 5 - Correlazione Rolling tra Bitcoin e Obbligazioni
Fig. 6 - Correlazione Rolling tra Bitcoin e Commodities
Fig. 7 - Correlazione Rolling tra Bitcoin e MSCI World Equity
Fig. 8 Correlazione Rolling tra Bitcoin e Nasdaq
Come si vede chiaramente da questi grafici, la correlazione di bitcoin con il Nasdaq c’è stata, ma di poco superiore a 0,6, e negli ultimi mesi è calata molto; quindi, non si può certo sostenere che la correlazione tra i due assets sia da considerare elevata in modo costante.
Mi fanno sorridere inoltre alcuni analisti che sostengono che Bitcoin sia correlato alle politiche monetarie della FED o a cosa dice Powell, e ancora di più chi sostiene che il bitcoin abbia tradito la sua immagine di riserva di valore, solo perché nel 2022 è calato in un contesto di inflazione in aumento. Tali analisti si sono dimenticati che, seguendo i cicli legati all’halving, Bitcoin è l’asset che è cresciuto in assoluto di più di tutti in questi ultimi 10 anni.
Cosa dovremmo dire del dollaro o dell’euro che sono in continuo calo da sempre? Metterei prima in discussione la loro funzione di riserva di valore, soprattutto in questi anni di alta inflazione!
Buoni investimenti digitali a tutti
Daniele
Comments