Inflazione, questa conosciuta!
- valentinamarzioni
- 20 mar
- Tempo di lettura: 4 min

L’inflazione è una tassa spesso nascosta, subdola, che un poco alla volta drena il potere di acquisto, facendo diventare sempre più caro qualsiasi bene e/o servizio.
La si nota nel rincaro dei prezzi, ma nella realtà si può anche osservare come calo del potere di acquisto, ovvero cosa compro oggi con 100€ rispetto a cosa compravo qualche anno fa con 100€.
Mio padre, quando mi stavo approcciando per la prima volta agli investimenti nel 1998, mi disse che l’inflazione è decisa a livello politico, e io all’epoca non avevo alcuna base per poter ribattere a tale affermazione.
Ricordo ancora però gli anni ’80 dove i tassi di interesse erano al 18%, se chiedevi un prestito in banca te lo concedevano amorevolmente al 25% di interessi annui.
Ero rimasto sconvolto in vacanza nella ex Jugoslavia, dove un giorno sono andato al supermercato del luogo di villeggiatura e con 1000 dinari (o come si chiamavano all’epoca) avevo comprato una coca cola, il giorno dopo ne volevano 1050 e io mi ero portato dietro 1000 dinari e non l’ho potuta comprare.
Nel 2022, a seguito di una politica scellerata di stampaggio di moneta e di debito, i prezzi delle materie prime, a cominciare dal gas e dal petrolio sono raddoppiati in pochi mesi, facendo alzare di conseguenza i prezzi dei trasporti e di tutte le materie prime.
L’inflazione nel 2022 ha toccato brevemente il 10%, per poi ritornare verso valori più accettabili, lasciando comunque i prezzi molto più alti del 2021 anche negli anni seguenti.
Allora ho pensato di riprendere il grafico degli anni 60-80 riguardante l’inflazione americana, per cercarne di comprendere le dinamiche e la ho confrontata con il grafico del 2022.

Come potete osservare, l’inflazione non è stata sporadica, ma si è ripetuta in tre picchi sempre maggiori di intensità negli anni successivi al primo picco, segno che non è stata facile da domare, almeno negli anni 1970.
La domanda nasce spontanea: si ripeteranno i picchi anche nei prossimi anni, o effettivamente a livello politico si sta lavorando per evitare che ciò possa accadere?
Se guardiamo alle politiche di Trump, di creare ed imporre dazi ai vari paesi, non possiamo che constatare che è probabile che in USA l’inflazione torni a galoppare.
Quindi ci voltiamo verso l’Europa speranzosi che invece i politici Europei abbiano più sale in zucca, ma ci troviamo con Ursula Von Der Leyen che propone di riarmare l’Europa con debiti per 800 miliardi, anzi no 1000 miliardi, facciamo 1200 miliardi e non se ne parla più.
Riarmare l’Europa significa ingenti quantità di metalli, di materie prime, di persone che lavorano sul settore, insomma, l’inflazione sembra che a loro non interessi, oppure se vogliamo essere maliziosi, gli interessa proprio e stanno facendo di tutto per far alzare l’inflazione per un altro ciclo.
D’altronde, uno stato che ha 2500 miliardi di debito, se produce 1500 miliardi all’anno di PIL e grazie all’inflazione in due anni va a 2000 miliardi di PIL, di fatto ha ridotto il rapporto debito/pil ad un livello più sostenibile. Se poi questa cosa si ripete per una decina di anni, ecco che il debito diventa molto inferiore al 100% del PIL, senza aver ripagato alcunchè…
Mi sa che il mio vecchio, pace all’anima sua, ci vedeva molto lungo sul tema.
Ma visto che noi cittadini Europei possiamo solo proteggerci da questa evenienza, salvo scappare in paesi più lungimiranti come la Svizzera, l’analisi che ho condotto è su quale strumento finanziario liquido permetta di proteggersi meglio dall’inflazione.

Il mercato obbligazionario per definizione non è molto valido per proteggersi dall’inflazione, per due motivi, storicamente i bond governativi rendono meno dell’inflazione (per ovvi motivi) e poi con il conseguente rialzo dei tassi che i governi devono attuare quando parte l’inflazione, il prezzo delle obbligazioni cala in maniera inversamente proporzionale.
Dal grafico si vede che nei tre picchi successivi, il fondo bond che esisteva già all’epoca, linea verde chiara, ha perso fino al 50% del proprio valore. La linea verde più scura è lo stesso identico fondo bond nel 2022, dove si vede che con il primo rialzo di inflazione ha subito un calo di prezzo, in parte recuperato.
E’ molto probabile che se ci sarà un rialzo dell’inflazione, il mercato obbligazionario subirà un’ulteriore ribasso dopo quello del 2022, da cui non si è ancora ripreso del tutto.

Leggermente diverso l’andamento se pensiamo al mercato azionario. Nella comune convinzione il mercato azionario protegge dall’inflazione, perché le aziende alzano i prezzi e quindi si alzano anche i fatturati.
Questo è vero, ma non significa che la marginalità rimanga la stessa, anzi, come si vede dal grafico, anche l’azionario perde valore nei primi due spike di inflazione, per poi riprendersi e bene con il terzo.
Probabilmente con l’innalzamento delle materie prime, le aziende inizialmente subiscono il rialzo delle stesse, poi alzano i prezzi ma i margini rimangono contratti ed infine tornano ad una marginalità positiva ed in crescita che fa alzare di nuovo i prezzi delle società quotate.
Quindi se ci fosse un altro rialzo dell’inflazione, è da aspettarsi che il mercato azionario subisca ancora il contraccolpo come nel 2022.

Diversa la storia per l’Oro, ovvero per il bene rifugio per eccellenza, ovvero il cosiddetto Hard Asset.
L’Oro nel periodo di inflazione degli anni ’70, era inizialmente ancorato al dollaro per la convenzione di Bretton Wood, ma nel 1971 Nixon ne decretò la “momentanea” disconnessione dell’Oro dal valore del Dollaro, per cui l’oro è stato libero di crescere seguendo inflazione e domanda che evidentemente è cresciuta molto proprio in corrispondenza del secondo picco di inflazione, per poi esplodere come una bolla, con conseguente ritracciamento nella terza fiammata di inflazione.
L’oro ha di recente superato i 3000 dollari l’oncia, e come si vede dalla linea gialla più marcata, sta comunque seguendo l’andamento del passato con una crescita che lascia presagire che molti sui mercati finanziari stiano accumulando Oro in previsione di un probabile rialzo dell’inflazione.
E tu? Hai Oro in portafoglio? Lo consigli ai tuoi clienti? Fammelo sapere nei commenti
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